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Walkable urbanism, il nuovo business basato sul ritorno a centri multifunzionali fatti per i pedoni, in città e nei sobborghi

13-01-2020   Fabio Mazzocchio Blog

La crisi del commercio al dettaglio è segnata da chiusure, abbandoni e incertezze; tuttavia, essa non è né omogenea né totalizzante come sembra.

Molti punti vendita resistono, aspetto dipendente da diversi fattori quali la località e il potere d’acquisto dei clienti. Nei casi dei centri commerciali al chiuso, il successo deriva dalla presenza di uno o più punti vendita di grosse catene, i cosiddetti anchor stores ("negozi ancora") che generano traffico anche per i più piccoli: se i nomi importanti vanno in crisi gli altri chiudono.

Il movimento Congress for New Urbanism (CNU) ha dedicato diverse analisi alla trasformazione in atto nel settore del retail concludendo che il termine apocalisse non è idoneo per descrivere il fenomeno in quanto alle chiusure si stanno affiancando nuove aperture e le vendite in realtà stanno crescendo: il retail, infatti, non è in crisi ma sta rinascendo, cambiando faccia.

Per capire in che modo ciò sta avvenendo, è necessario analizzare il vero significato del vocabolo “mall”, da tempo sinonimo del centro commerciale così come lo conosciamo oggi: la sua origine è britannica e indica un luogo ampio per il passeggio pubblico nel centro città. A Londra, infatti, The Mall è il viale, lungo circa un chilometro, che unisce Buckingham Palace all’Admirality Arch presso Trafalgar Square: la sua particolarità? Non ci sono negozi.

La parola mall si sta riappropriando del suo significato originario dal momento che i nuovi modi di consumare, generati dall’apocalisse del retail, stanno dando vita a un nuovo business: il walkable urbanism, “urbanesimo pedonale”, nonché il ritorno a centri multifunzionali fatti per i pedoni, in città e nei sobborghi.

Quali sono i fattori che stanno contribuendo a dare vita a questa nuova tipologia di business?

In primis, le fasce demografiche composte dai giovani professionisti e dai pensionati hanno invertito i loro comportamenti tornando ad abitare i centri cittadini, disertando le realtà suburbane in cerca di qualcosa di più “europeo”, anche in provincia.

In secondo luogo, molte metropoli stanno nuovamente liberando dalle automobili interi settori del proprio territorio, partendo da quelle con la più alta potenzialità commerciale: San Francisco, ad esempio, sta investendo seicento milioni di dollari per rendere car-free la sua trafficata Market Street.

In terza battuta, lo scopo delle pedonalizzazioni è differente rispetto a quanto avvenuto alla fine degli anni Novanta: esse non servono solo per aumentare le vendite ma specialmente per offrire ai cittadini modalità di trasporto più sostenibili e inclusive, rimediando alla congestione e all’inquinamento, che affliggono anche il commercio. Negli spazi poco motorizzati anche il commercio riprende vita.

Città per tutti, vibranti di vita sociale, dove le opportunità siano pari per tutte le età e le abilità; più spazi di qualità, più fatturato, più valore immobiliare: è una riflessione che si sta iniziando a fare anche in Italia.